martedì 15 novembre 2011

GOMMONI: UN PO’ DI STORIA

Nato alla fine del 1800 come ipotesi di lavorazione alternativa delle tele impregnate, il gommone è stato impiegato già durante la Prima Guerra Mondiale. La notevole versatilità del mezzo, sviluppata nel corso della Seconda Guerra Mondiale, ha portato, a partire dagli ultimi anni '50, l'attenzione del mercato diportistico verso questo genere di imbarcazione.
Un secolo di evoluzioni tecniche sui tessuti, sui metodi di incollaggio e sull'utilizzo di carene in vetroresina, hanno consentito di ottenere un prodotto di elevato pregio tecnologico e di superba fruibilità. Differenzazione di impiego e tecnologie raffinate; ecco il segreto del gommone che permette al settore di considerare il suo sviluppo in continua evoluzione.
Il gommone da diporto, protagonista della nautica cosiddetta minore, nasce dall'evoluzione dei mezzi militari e della tecnologia della tela impermeabilizzata. Tali tecnologie, nate nella prima parte del secolo scorso, sono tuttora in evoluzione, sia dal punto di vista del materiale vero e proprio, sia nelle procedure di saldatura e di tenuta. Il gommone è autenticamente figlio di tale base, ed è venuto evolvendosi in parallelo all'evoluzione dei materiali. Come fenomeno tecnologico, il gommone nasce dal fatto che l'aria, enormemente più leggera dell'acqua, tiene in superficie pesi elevatissimi indipendentemente dalla forma che essi hanno. Questo fatto, intimamente connesso con la legge di Archimede, consente ad un corpo che pesa pochi chilogrammi di supportare in galleggiamento pesi decine di volte maggiori del supporto medesimo. Discende da questo fatto il primo fondamentale concetto della barca pneumatica: leggerezza unita all'enorme galleggiabilità. Da tale principio risulta evidente che il concetto di sicurezza è intimamente legato a tale struttura. Nel tempo, poi, si è passati da una semplice base galleggiante dalla scarsa stabilità di forma ad un complesso autenticamente navigante, a seguito di migliorate qualità del tessuto di costruzione che inducevano forme decisamente più stabili di quelle ottenibili con semplici spalmature di caucciù su tela grezza da rivestimento. I gommoni moderni, quindi, non solo sono figli di precise leggi fisiche, ma anche della grande evoluzione chimica sviluppatasi dalla seconda guerra mondiale in poi. Le imbarcazioni pneumatiche si sono sviluppate in origine in Francia e in Germania, dove, appunto, si erano fatti passi importanti nello studio degli elastomeri e delle fibre di supporto. La forma del mezzo, ovviamente, è stata condizionata dalla sezione pneumatica, da sempre basata sullo sviluppo longitudinale della struttura a formare i classici tubolari. Oggi il gommone ha una forma abbastanza consolidata e facilissimamente individuabile, ma i tempi e gli studi che a ciò hanno portato non sono assolutamente brevi né facili e si sono basati esclusivamente sulla sperimentazione. Il primo gommone veramente moderno e «planante» è stato inventato e sviluppato da un ex paracadutista francese.

Nessun commento:

Posta un commento