Si è tenuto in questi giorni il Salone di Genova, il più importante appuntamento in Italia dedicato alle barche. Ed è stata l’occasione per denunciarere la crisi in cui si trova il settore, con un fatturato che nel 2009 è calato a 4,2 miliardi di euro, contro i 6 miliardi dell’anno precedente, mentre gli addetti sono scesi a 27mila con un calo del 12%, ma il 35% dei lavoratori ha conosciuto almeno un periodo di cassa inegrazione. Sono crollate le vendite in Italia, mentre ha retto l’export.
Da qui la richiesta degli imprenditori di un sostegno da parte del governo.
Le risposte del ministro dei Trasporti Altiero Matteoli sono state significative: “In Italia ci sono pochi posti barca, bisognerebbe costruirne di più”. Non a caso il governo ha varato il 17 settembre scorso un decreto legge, proprio su proposta del ministro Matteoli, in cui si facilità la riconversione di aree dismesse sulla costa in porti per la nautica turistica.
In sostanza, per il ministro se si vendono meno barche e gommoni è perché non ci sono abbastanza posti nel porticcioli.
Non pago, Matteoli ha aggiunto che la severità dimostrata dalla Guardia Di Finanza in questi ultimi mesi nei contronti dei proprietari di yacht potrebbe indurre i proprietari ad evitare l'Italia scegliendo alternative in Paesi con minori controlli.
Quesa uscita mi sembra veramente fuori posto, specie se detta da un ministro; e come se, in nome di presunti benefici portati dalla presenza di un maggior numero di yacht sulle nsotre coste, si condonasse qualsiasi reato fiscale. Se questa idea fosse applicata a 360° anche negli altri settori il risultato sarebbe facilmente immaginabile. Ma d'altronde siamo nel paese dei condoni facili..
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